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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

La luscengola (Chalcides chalcides)

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La luscengola presenta un corpo notevolmente serpentiforme, caratteristica che ha elevato questo animale, nell’ immaginario collettivo al grado di serpente, per giunta velenoso. In realtà la luscengola non solo non possiede nessun tipo di veleno, ma è un animale non mordace e in ogni caso non in grado di attaccare o mordere un essere umano. Presenta arti cortissimi con tre dita, che utilizza raramente durante i movimenti. Il colore dominante varia dal grigio al verde oliva, spesso con diverse strisce longitudinali. Il dimorfismo sessuale è quasi nullo ,se non per le dimensioni del capo, che sono maggiori nei maschi. La lunghezza di un esemplare adulto varia tra i 25 ed i 40 cm, con la femmina tendenzialmente più lunga del maschio. In Italia, la luscengola è distribuita non oltre  il fiume Po. Si rinviene, inoltre, in Liguria, , nell'isola d'Elba,  in Sicilia, Sardegna e isole adiacenti. Oltre confine, è diffusa in Spagna, Francia meridionale, e nell'Africa Nord occ

Geco comune (Tarentola mauritanica)

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Geco di dimensioni medio piccole, lungo generalmente 8 cm coda esclusa (spesso la coda  è uguale alla lunghezza del corpo o leggermente più lunga). Capo e tronco depressi, zampe corte con dita larghe munite nella parte inferiore di lamelle adesive, queste gli permettono un ottima aderenza su quasi tutte le superfici. Gli occhi sporgenti mancano di palpebre e hanno la pupilla verticale.  Possiede una pelle sottile e fragile , provvista di squame molto piccole e tubercoli appuntiti.Questo sauro è in grado di praticare l'autotomia della coda.La pelle è di colore grigiastro e bianco o gialla nelle parti inferiori. Il colore può inoltre variare a seconda della luce : quando intensa , le parti superiori si fanno chiarissime, quando scarsa invece , diventa molto scuro tendente al nero. Il geco comune è una creatura mediterranea che ama il clima tepido e caldo, è diffuso largamente in tutta Italia , isole comprese , nella Spagna , nella zona costiera meridionale della Franc

Angiosperme dicotiledoni (Classe Magnoliopsida)

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Questa classe costituisce un raggruppamento più ampio rispetto alle monocotiledoni e comprendono sia piante erbacee che legnose. Mancano specie marine acquatiche. Le dicotiledoni si distinguono anche dall'accrescimento secondario del fusto e delle radici, come le radici a fittone o affastellate. Hanno foglie per lo più dotate di picciolo e in genere con nervature penninervia e reticolate. Le dicotiledoni riuniscono come detto la maggior parte delle angiosperme e sono diffuse in tutte le parti del mondo, la loro presenza è minore a quella delle monocotiledoni solo nelle regioni aride alpine e in quelle desertiche. Le dicotiledoni si dividono in 6 sottoclassi. -Sottoclasse Magnolidae  Raggruppa quelle dicotiledoni che presentano i caratteri di tipo arcaico, attribuibili alle antiche angiosperme. Mancano infatti correlazioni evidenti con i gruppi più evoluti di questa sottoclasse. La famiglia Magnoliacee ad esempio, comprende specie arboree con legno di tipo gimn

Angiosperme monocotiledoni (Classe Liliopsida)

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Le monocotiledoni hanno avuto origine da dicotiledoni primitive circa 80-100 milioni di anni fa'. Poiché mancano di legno secondario i loro progenitori dovevano probabilmente essere piante erbacee prive di cambio cribro vascolare. Infatti tutte le piante appartenenti alla classe Lilipsida sono piante erbacee. L'ordine Nymphaeles (appartenente alle dicotiledoni) , al quale appartengono le ninfee, ha questo tipo di organizzazione quindi, un gruppo di dicotiledoni primitive, simili alle ninfee, può essere stato il progenitore sia di queste ultime che delle monocotiledoni. Le foglie durante l'evoluzione avrebbero subito diverse modifiche. Da molto ampie si sarebbero gradualmente ridotte, diventando più semplici e prive di lamina, assumendo una forma più adatta alla condizione sommersa. Alcune di queste piante una volta migrate in habitat più asciutti ,avrebbero sviluppato nuovamente lamine più ampie e lunghe. Furono quindi selezionate favorevolmente le eventuali mutazioni

Conifere (Divisione pinophyta)

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Le conifere sono le gimnosperme più note e quelle maggiormente diversificate, rappresentano un gruppo di enorme successo in quanto formano estese foreste. Sono tutte specie arboree, di dimensione da moderate ad enormi (sequoie). Tra le conifere non vi sono liane , piante annuali o erbacee. Le foglie sono aghiformi  o squamiformi , la nervatura è semplice con uno o più fasci decorrenti al centro o parecchi fasci paralleli. Diversamente dalle nervature delle piante a fiore , quelle delle conifere hanno l'endodermide, un tessuto di trasfusione che consta in cellule parenchimatiche e di tracheidi di trasfusione, Il legno delle moderne conifere è privo di trachee e il floema non possiede tubi cribrosi. Il genere Pinus è il genere più rappresentativo e più comune delle conifere. I pini hanno fusto monopodiale, con un tronco principale che porta molti rami. Il legno è composto esclusivamente di tracheidi e nelle cerchie annuali il legno primaverile ed estivo sono ben distinguibili.

Funghi

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Ad oggi sono state riconosciute circa 75.000 specie di funghi, ma si stima che il numero reale di specie esistenti si aggiri tra gli 800.000 e 1.500.000. Infatti ogni anno nuove specie  vengono regolarmente descritte da ogni ragione del mondo. Il tallo della grande maggioranza dei funghi è di tipo filamentoso, costituiti quindi da filamenti denominati ife, l'insieme di queste costituisce il micelio. Altri funghi presentano talli di tipo lievitoide, elementi unicellulari che si riproducono per gemmazione o più raramente per fissione. Esistono tuttavia funghi, detti dimorfici, (alcuni sono patogeni dell'uomo) in grado di passare dalla forma ifale a quella lievitoide e viceversa. I talli sono delimitati da una parete generalmente piuttosto sottile pur presentando una struttura pluristratificata. Componente tipico della parete è la chitina, organizzata in micro fibrille simile a quelle della cellulosa. La chitina è invece molto scarsa nelle pareti dei lieviti, dove pr

Le felci

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Le pteridophyte apparvero nel devoniano e dominarono il carbonifero inferiore con specie arboree, ma ancora oggi rappresentano una divisione ampia con numerose famiglie. I boschi umidi e ombrosi e le rive dei laghi sono considerati gli habitat tipici delle felci, esse però possono vivere in quasi tutti gli ambienti. Alcune specie vivono nei deserti o sommerse ed altre sono epifite o liane. La riproduzione è acquatica e sono presenti spermatozoi flagellati. Un altro aspetto interessante è la poliploidia, questo ha giocato un ruolo determinante nella sopravvivenza di questa divisione, aumentando la loro adattabilità ad ambienti estremi, ma d'altro canto  ne ha limitato l'ulteriore diversificazione. Essendo presenti più copie dello stesso gene sarà difficile che una mutazione genica possa manifestarsi con modifiche del fenotipo. Le felci hanno portamento erbaceo e sono perenni, sebbene alcune assumono l'aspetto di piccoli alberi. Le foglie delle felci possono essere di p

I muschi

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I muschi (Divisione Bryophita) si possono trovare in tutte le parti del mondo e colonizzano tutti gli ambienti, eccetto quello marino. La maggior parte ha un fusti fogliosi che possono essere strettamente associati in densi cuscinetti, mentre altre specie che vivono in zone fredde ed umide hanno gametofiti meno addensati. Il gametofito si origina da un meristema apicale contenente una grossa cellula apicale che ha la forma di una piramide. Le cellule derivate dalla sua divisione si dividono a loro volta dando origine ai tessuti del fusto e della foglia. Le foglie dei muschi presentano una lamina espansa ,spesso provvista di una nervatura mediana. Una sottilissima cuticola è presente soltanto sulla faccia superiore della foglia , mentre, la faccia opposta non cutinizzata , assorbe l'acqua direttamente dalle piogge, rugiada e nebbia. Sono sprovviste di tessuto vascolare ed hanno un fusticino molto sottile con quindi scarsa differenziazione dei tessuti. In alcuni muschi la pa

Granchio corridore

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Il granchio corridore ( Pachygrapsus marmoratus ) è sicuramente il decapode più comune della scogliera. Vive a basse profondità , quindi lo si può osservare allo scoperto con molta facilità passeggiando sulla scogliera ,particolarmente nelle ore notturne. Gli adulti misurano un massimo di 5-6 cm e sono caratterizzati dall'avere un carapace quadrangolare, di colore variabile dal bruno al verde e possono presentare delle "tigrature". L'addome si presenta di colore bianco avorio. I maschi hanno chele di dimensioni maggiori rispetto alle femmine, queste ultime hanno un addome semicircolare dove conservano le uova sino al momento della deposizione , generalmente depongono sotto cumuli di sassi. I maschi presentano un addome triangolare sotto il quale vi è l'organo riproduttivo. E' una specie molto prolifica ; il periodo riproduttivo ricade in piena estate (Luglio/Agosto). Si nutre di piccoli crostacei, pesci, resti organici ed è una delle prede preferite dal po